Hanno una infinita varietà di forme, di dimensioni e colori. C’è quello rotondo, quello ad uovo, quello a siluro, quello piatto, quello simile ad un disco, ad una moneta, ad una ciliegia, ad un’oliva, ad una nocciola, ad una patata….
E’ mare solido.
Prima era spuma. Spruzzi, creste d’ onda, gocce, saltellanti sugli scogli.
Il vento li asciuga, il sole li secca, e diventano cocci, sassi.
Sono le parole delle onde rimaste inascoltate, nelle lunghe giornate invernali, nelle notti buie senza luna.
Sono le ossa del mare.
Scegline uno rotondo, grande quanto la mano può racchiudere, saggiane il calore che ha assorbito dal sole, rigiralo nel palmo ed estraine la buona sorte come dai grani del koboloi. Sentine la consistenza, all’inizio duri come una roccia, poi pian piano prendono confidenza e si ammorbidiscono come pasta lievitata.
Sono guance sfiorate dalle dita.
baci.edo